
Raccontare il bello di un quartiere significa provare a restituirne la complessità, la vitalità e la forza delle relazioni che lo attraversano. È da questo sguardo che nasce il lavoro quotidiano della Rete di Comunità Impossibile, di cui fanno parte L’Ovile, in particolare con i progetti di comunità di Ecosapiens, molte realtà del Consorzio Oscar Romero e non solo.
Tutti accomunati dall’impegno, ormai pluriennale, nel costruire insieme a residenti, commercianti e attori del quartiere Stazione di Reggio Emilia spazi di incontro, cura e partecipazione. In questo articolo vogliamo raccontare alcune delle forme attraverso cui il quartiere si esprime e si apre alla città. Tra queste, il Piccolo Festival delle Culture, che quest’anno, alla sua seconda edizione, ha scelto di cambiare ritmo trasformandosi in un festival “all summer long”: una rassegna diffusa di appuntamenti che, da giugno a ottobre, ha animato piazze e spazi di comunità grazie al lavoro congiunto delle realtà sociali e culturali che operano ogni giorno nel territorio. Il nuovo formato del festival, meno concentrato ma più costante, ha permesso di mantenere una presenza viva e di offrire una continuità di iniziative nel quartiere per tutta l’estate, come da sempre richiesto dai residenti, attivando energie e coinvolgendo bambini, famiglie e abitanti in un percorso condiviso di socialità e partecipazione.
Il primo appuntamento, il 21 giugno, ha inaugurato la stagione con un laboratorio di percussioni senegalesi condotto da Città Migrante e dall’artista Jules Ndaye, in continuità con le attività del centro estivo per i bambini del quartiere, organizzato gratuitamente da Ecosapiens e dal doposcuola Il Portico (il sostegno scolastico che la Rete promuove da diversi anni), presso Binario49. Un pomeriggio di musica e movimento, aperto a tutte e tutti, ha trasformato Piazza Domenica Secchi in un grande palcoscenico di partecipazione spontanea: bambini, famiglie, passanti e musicisti si sono uniti in un’unica orchestra, simbolo dell’energia multiculturale che attraversa il quartiere.

Il secondo evento, il 31 luglio, ha visto protagonista via Turri 27, con un mercatino dell’usato, truccabimbi e giochi organizzati dall’associazione I Santi Innocenti, insieme ai banchetti e alle attività del Repair Café Re.Cicla, promosse dalla Rete di Comunità Impossibile: riparazioni di piccoli oggetti elettronici, laboratori di tessitura e “smonting” per i bambini, in una giornata che ha intrecciato manualità, lotta allo spreco, convivialità e socialità.

Tra i diversi appuntamenti che hanno scandito questa edizione, la giornata del 24 settembre è stata il vero cuore del festival. In occasione della Placemaking Week Europe, Piazza Domenica Secchi si è trasformata in un laboratorio urbano a cielo aperto grazie all’evento “Il bello del quartiere”, organizzato dalla Rete di Comunità Impossibile insieme a L’Ovile, Binario49, CoCreiamo, il Centro di Solidarietà di Reggio Emilia e il doposcuola Il Portico. In quei giorni Reggio Emilia ha infatti ospitato una rassegna internazionale che ha coinvolto partecipanti di tutto il mondo, mettendo al centro l’idea che i luoghi pubblici non si progettano solo con i piani urbanistici, ma attraverso processi partecipativi che danno voce a chi li vive ogni giorno. L’idea è stata quella di mostrare le potenzialità di questo approccio come attuato dalla Rete Impossibile nel quartiere Stazione, una delle aree più complesse ma anche più vitali della città, riconoscendo il valore delle esperienze comunitarie che qui stanno trasformando il modo di abitare lo spazio pubblico.

Durante la giornata, piazza Secchi si è riempita di colori, suoni e parole, in un intreccio di laboratori per bambini, attività creative e momenti di confronto. Attraverso un dialogo pubblico sono state messe al centro le sfide educative e sociali della zona, con la partecipazione dell’assessora Marwa Mahmoud, delle educatrici del Portico, di volontarie e rappresentanti delle associazioni multiculturali locali e delle scuole del territorio. A seguire, le bambine e i bambini del doposcuola Il Portico hanno presentato il video realizzato durante il centro estivo, raccontando il quartiere con i loro occhi. “La comunità educante si costruisce giorno per giorno” ha ricordato l’assessora “mettendo in relazione scuole, associazioni, famiglie e spazi pubblici. La zona Stazione rappresenta l’ambito cittadino con la maggior concentrazione di bambine e bambini, ragazze e ragazzi sotto ai 18 della nostra città. Per questo serve moltiplicare i presidi educativi e culturali, per rendere la città più sicura e inclusiva per tutti.” L’evento si è concluso con una cena comunitaria organizzata insieme ai ristoranti del quartiere.
“Il bello del quartiere” è stato lo slogan della giornata, che ha anche dato avvio ad una campagna per contribuire a presentare una narrazione diversa da quella che appare tutti i giorni sui giornali. Senza negare i problemi e le difficoltà vissute da chi lo abita, si vuole dimostrare che, quando la comunità si riunisce e si attiva, piazza Secchi e il quartiere possono diventare il cuore pulsante di una città che cambia partendo dal basso, in cui i protagonisti attivi del percorso sono proprio i residenti che co–progettano e co-costruiscono insieme agli operatori.
A chiudere Il Piccolo Festival, sabato 4 ottobre si è tenuta una grande festa di quartiere a Ca’ Reggio, con laboratori di cucito, telaio e riparazione curati dai volontari del Repair Café, danze e giochi dal mondo grazie a Balliamo sul Mondo, SpiCGIL UISP, creazioni di “Croci di Luce”, mandala bastati su intrecci di fili colorati a cura di Coressai, e le percussioni senegalesi di Città Migrante. La giornata si è aperta con “Stazione SiCura”, un momento di pulizia collettiva della piazza da parte di chi la frequenta, chi abita nella zona e chi ci lavora, e ha riproposto l’idea de “Il bello del quartiere”, come uno spazio di partecipazione per immaginare insieme nuove idee per Piazza Secchi e per l’intero quartiere.

Il Piccolo Festival delle Culture è solo una delle tante espressioni del percorso di animazione comunitaria che la Rete di Comunità Impossibile si impegna a tenere viva nel quartiere. Cuore di questo lavoro sono tre spazi simbolo che insieme formano un sistema diffuso di accoglienza, cultura e partecipazione, aperto a chi vive la zona ogni giorno. In particolare, Ca’ Reggio, in piazza Domenica Secchi, come portierato solidale, luogo di incontro, eventi e sportelli informativi; il 20Sette di via Turri, 27 ospita il doposcuola Il Portico, e propone attività educative, corsi e laboratori, mentre IV11, in viale 4 Novembre 8/F, accoglie servizi di supporto a chi agisce contro le situazioni di marginalità tramite ascolto e orientamento sia con personale sanitario (rivolto a tutte e tutti) che tramite volontari di associazioni da sempre impegnate nel mondo della solidarietà, accompagnamento e distribuzioni solidali ad opera di servizi e associazioni di volontariato. Tre luoghi diversi ma con una stessa visione: mettere al centro la comunità nella sua interezza e costruire, giorno dopo giorno, una città più giusta, accogliente e solidale.
Il lavoro di rete nel quartiere Stazione prosegue!
A Ca’Reggio ha riaperto i battenti il Repair Café di Reggio Emilia, con laboratori gratuiti di riparazione ogni venerdì (per piccoli oggetti, biciclette, legno, dispositivi digitali) e laboratori di cucito creativo. Ogni martedì e giovedì, si aggiunge anche il laboratorio di tessitura a telaio per donne, un percorso che intreccia abilità artigianali e relazioni sociali.
Tutti gli altri appuntamenti sono pubblicati mensilmente sul calendario di quartiere della Rete di Comunità Impossibile, disponibile sulla pagina Facebook del progetto e distribuiti in tutti i centri sociali e i luoghi di comunità dei nostri quartieri.